In mostra a Milano i dipinti di Philippe Decrauzat. E’ la galleria A arte Invernizzi ad inaugurare giovedì 11 maggio, alle ore 18, con prosieguo fino al 19 luglio la mostra “Feedback Loop“, prima personale a lui dedicata negli spazi della galleria.
L’esposizione segue, di pochi giorni, la chiusura di un’altra mostra di successo ad A Arte Invernizzi, quella della personale dello scultore Mauro Staccioli.
L’ARTE DI PHILIPPE DECRAUZAT
Dalla fine degli anni Novanta, minando il campo dell’astrazione, Philippe Decrauzat intende spingere la percezione oltre i confini dell’immagine e attraverso la sua ricerca mira a stabilire un dialogo con il visitatore e a stimolarne lo sguardo.

LA MOSTRA “FEEDBACK LOOP”
AL PIANO SUPERIORE DELLA GALLERIA
Al piano superiore della galleria è presentata la serie di dipinti intitolata “Still (Times Stand)”. Qui l’artista si appropria del principio della “tela sagomata” per descrivere un motivo ambiguo, la croce maltese.
Liberamente interpretata, questa struttura deduttiva offre una gamma di variazioni pittoriche basate su una combinazione di tinte realizzate con gesso e diverse tonalità di pittura bianca.
Ma la croce di Malta è anche il nome del dispositivo cinematografico che permette di introdurre una pausa nel movimento continuo della pellicola, rendendo possibile la proiezione di un fotogramma dopo l’altro.
Le tele che compongono “Still (Times Stand)” colgono così un momento di ritardo nel passaggio dal fisso al continuo.
AL PIANO INFERIORE DELLA GALLERIA
Nello spazio inferiore sono esposti invece i dipinti della serie “Feedback Loop”. Questi si sviluppano e condividono, di volta in volta, una linea bianca su uno sfondo nero o a colori che descrive una traiettoria.
La materialità della cornice e le ombre prodotte sono al centro del dipinto e registrano uno spazio esponendone l’interno. Lo sguardo è costretto, effettua questa lettura, preso in un circuito di retroazione, senza fine, tra i pieni e i vuoti.

Una relazione ottica che è una proposta. Ovvero quella di far viaggiare l’occhio su una superficie tagliata all’estremo. In realtà, un tipo di viaggio che richiama una storia di forme derivate dal corpo tra labirinti, spirali e ornamenti.
In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo bilingue contenente un saggio di Giorgio Verzotti con la riproduzione delle opere in mostra e un aggiornato apparato bio-bibliografico.