A Milano una personale di Mauro Staccioli. Accade fino al 4 maggio alla Galleria A arte Invernizzi a dieci anni dalla sua ultima mostra personale nei medesimi spazi e a cinque dalla sua scomparsa.
LE OPERE DI MAURO STACCIOLI ALLA GALLERIA A arte INVERNIZZI DI MILANO
Mauro Staccioli è uno dei più importanti scultori italiani del XX secolo, ampiamente riconosciuto a livello internazionale. La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13.30 e dalle ore 15 alle ore 19, sabato invece è su appuntamento.

L’ARTE SCULTOREA DI MAURO STACCIOLI
Dagli inizi degli anni Settanta ha realizzato in tutto il mondo, in forma temporanea o permanente, centinaia di quelle che egli ha definito le sue “sculture intervento”.
LE GRANDI INSTALLAZIONI DI STACCIOLI
Si tratta di grandi installazioni a scala ambientale. La loro genesi è direttamente legata al luogo di realizzazione. Ne modifica, a sua volta, le coordinate fisiche e ideali, facendo dell’opera non una forma auto-referente, ma una presenza attiva e in dialogo con il contesto.
Segni attraverso i decenni e i cambiamenti del mondo, luogo dopo luogo, anno dopo anno, in una mappatura che va da Volterra a Milano, dalla Biennale di Venezia a Documenta di Kassel, da Monaco di Baviera a Bruxelles, da San Diego a Seoul, da Tel Hai a Quito.
TUTTO SULLA MOSTRA DI MAURO STACCIOLI
L’esposizione presenta alcune sculture in vari materiali caratteristici del suo linguaggio scultoreo come cemento, ferro, acciao corten e una selezione di opere su carta che ne delineano le coordinate di relazione con i luoghi.
Costante è infatti l’attenzione di Staccioli, dalla fase ideativa, a quella progettuale, e poi in quella realizzativa, a un confronto significante con il luogo, lo spazio e le forme e identità preesistenti che lo abitano.
LA “SCULTURA INTERVENTO” DI STACCIOLI
Componente distintiva e originale delle sue “sculture intervento” che, innestandosi con la loro dialogante autonomia e alterità, contribuiscono in ogni circostanza a scrivere una nuova storia dei luoghi in cui si collocano.
Il percorso espositivo prende avvio da un lavoro del 1976, in cemento e ferro, che si incontra entrando. Un’opera emblematica della prima fase della sua attività in cui la punta in ferro che fuoriesce dal cemento ha la duplice valenza di attrazione e repulsione.
STACCCIOLI E LO SPAZIO
Sono anni in cui Staccioli è tra i pionieri di una scultura che esce dagli spazi consueti del museo e della galleria per entrare a fare parte del tessuto urbano, del territorio, agendo con la propria presenza in un luogo, sia fisico, sia sociale.
LE OPERE DI STACCIOLI AL PIANO SUPERIORE DELLA GALLERIA A arte INVERNIZZI
Al piano superiore si trovano tre serie di lavori in acciaio corten. Si tratta di forme plastiche che richiamano celebri opere realizzate in spazi pubblici e in relazione al contesto.
Come, ad esempio, le “scultura intervento” ideate per l’inaugurazione del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci e quella per il Villaggio Olimpico di Seoul, costituite da un arco rovesciato.
Ma anche l’opera a mezzaluna concepita per il Fridericianum di Kassel nel 1988 e oggi riconfigurata su progetto dell’autore nelle collezioni Intesa Sanpaolo – Gallerie d’Italia di Milano. E infine l’ellisse che richiama l’intervento “Primi passi” realizzato a Volterra nel 2009.
“LE FORME PERDUTE” DI STACCIOLI IN GALLERIA
Nell’ultima sala al piano superiore sono invece esposti i progetti in corten per il ciclo “Forme perdute”. Sono forme a base circolare realizzate su grande scala per la sua mostra personale tenutasi nel 2012 negli spazi della galleria A arte Invernizzi.
Oggi sono esposte in permanenza al Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Morterone, dove è visitabile anche “Tondi”, un’altra sua “scultura intervento” cui si legano alcuni dei disegni in mostra.
LE OPERE DI STACCIOLI AL PIANO INFERIORE DELLA GALLERIA A arte INVERNIZZI
Al piano inferiore sono presentate sei sculture appartenenti al ciclo “Sbarra e cemento” progettate negli anni Settanta, che creano un dialogo inatteso con le colonne dello spazio espositivo.
Questi lavori appartengono al periodo germinale del suo fare artistico e sono caratterizzati dalla stessa energia intrinseca che si percepisce in tutte le opere di Staccioli su scala ambientale e che permette loro di entrare in relazione con lo spazio circostante.
Con la loro fisicità materiale si inseriscono nell’ambiente dandogli una nuova prospettiva, e invitando lo spettatore ad attraversarlo in modo rinnovato e consapevole.
In occasione della mostra viene pubblicata anche una monografia bilingue con un saggio di Francesca Pola e corredato da materiale iconografico e bibliografico che ripercorre il lavoro realizzato da Staccioli nel corso dei 25 anni di collaborazione con A arte Invernizzi, sia presso la galleria sia in spazi pubblici e privati.