Vacis firma “Antigone e i suoi fratelli“. Così il regista Gabriele Vacis ha portato in scena il 10 gennaio, in prima nazionale, con repliche fino al 22 gennaio, alle Fonderie Limone di Moncalieri, questo testo tratto da Sofocle di cui Vacis firma anche l’adattamento.

IL CAST
In scena per questo spettacolo Gabriele Vacis ha scelto gli attori della Compagnia PEM, Potenziali Evocati Multimediali. Sul palco (in ordine alfabetico) Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera e Giacomo Zandonà.
IL TEAM ARTISTICO E LA PRODUZIONE
Scenofonia e ambienti sono di Roberto Tarasco, mentre la pedagogia dell’azione e della relazione è di Barbara Bonriposi. Il dramaturg è Glen Blackhall e il suono di Riccardo Di Gianni. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con Associazione culturale PEM, è in scena alle Fonderie Limone per la stagione in abbonamento dello Stabile.
SU “ANTIGONE”
Antigone è tra le figure della tragedia classica, quella che forse più di altre riesce ancora parlare con forza alla nostra contemporaneità. E’ da sempre l’emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di opporsi al potere precostituito e ai compromessi.
Gabriele Vacis, partendo dal testo di Sofocle e dalla storia che in esso è raccontata, mette in scena una fitta rete di rimandi alla storia di questo personaggio alla ricerca della “sostanza pesante della fraternità”.

LA PAROLA A GABRIELE VACIS
“Antigone e i suoi fratelli” non è la messinscena del testo di Sofocle. È piuttosto una storia del personaggio che attraversa i tragici, da “Sette a Tebe“ di Eschilo, passando dai testi sofoclei per arrivare a “Fenicie” di Euripide.
Nelle diverse tragedie Antigone assume una profondità nel rapporto con i fratelli, Eteocle, Polinice e Ismene. Quello che cercheremo è la sostanza pesante della fraternità. Sono molte le occasioni per riflettere sugli altri due pilastri della civiltà occidentale: la libertà e l’uguaglianza.
Ma lo sapevano bene i rivoluzionari francesi: libertà e uguaglianza senza fraternità finiscono in dispute e conflitti. Le grandi ideologie novecentesche si fondavano sulla libertà o sull’eguaglianza, separandole. E questo ha provocato guerre di cui forse abbiamo perso memoria.
I grandi tragici attraverso la figura di Antigone ci spiegano come anche la fraternità, se isolata dagli altri due valori, finisce male. Cosa significa quindi essere fratelli? Sarà la ricomposizione di fratellanza con libertà e uguaglianza a garantirci i prossimi settanta o ottant’anni di pace?
“Antigone e i suoi fratelli” sarà uno spettacolo di giovani. I ragazzi che si sono diplomati alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino si sono costituiti in una compagnia che si chiama Potenziali Evocati Multimediali. Saranno loro i protagonisti dello spettacolo. Ragazzi come Antigone, Ismene, Eteocle e Polinice, alle prese con un futuro complicato, ma con una gran voglia di restare vivi”.