Un “Misantropo” da gustarsi online! Trattasi de “Il misantropo“ di Molière nell’allestimento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Adattato con la regia di Leonardo Lidi, riproposto in Rete sui canali dello Stabile.
DOVE VEDERE LO STREAMING?

Da lunedì 19 dicembre, alle ore 20, fino a domenica 25 dicembre, la ripresa integrale dello spettacolo diventa disponibile infatti sul sito del TST alla pagina dello STREAMING del Teatro. Un “Misantropo” da gustarsi online! Riprese, montaggio e regia video di questa ripresa integrale sono di Frana Smashing Videos – Anna Cordioli e Francesco Moroni Spidalieri.
IN RETE ANCHE IL DOCUFILM
“DI NUOVO SCOMPAIO SE TE NE VAI”
L’allestimento ha debuttato il 3 maggio 2022, in prima nazionale, al Teatro Carignano di Torino per la stagione 2021/2022. Sui canali online del TST viene reso disponibile anche il docufilm “Di nuovo scompaio se te ne vai“, realizzato da Anna Cordioli e Francesco Moroni Spidalieri e dedicato a questo spettacolo, titolo-capolavoro di Molière.

IL CAST E IL TEAM CREATIVO
Ad interpretare questo “Misantropo” un cast affiatatissimo che schiera sul palco attori e attrici come Christian La Rosa, Giuliana Vigogna, Orietta Notari, Francesca Mazza, Marta Malvestiti, Alfonso De Vreese e Riccardo Micheletti, anche assistente alla regia. In scena anche gli allievi della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino.
Il team creativo è composto invece da Nicolas Bovey per scene e luci, da Aurora Damanti per i costumi e da Dario Felli per il suono.

IL REGISTA LEONARDO LIDI E “IL MISANTROPO”
Leonardo Lidi, talentuoso interprete teatrale e cinematografico, regista e drammaturgo, mette in scena il capolavoro molieriano come un’analisi implacabile della società. Un testo del tutto attuale ancora oggi a quasi quattro secoli di distanza dal debutto avvenuto nel 1666.
In realtà, una tragedia di un uomo ridicolo che si trasforma nell’opportunità di dare un senso alla nostra quotidianità stravolta grazie all’amore. Un “Misantropo” da gustarsi online!
LA PAROLA A LEONARDO LIDI
“E se ci fossimo abituati alla “chiusura? La convinzione di essere al sicuro solo all’interno delle proprie quattro mura, comodi sui nostri divani di consapevolezza, può generare pericolose derive. Se ci passasse la voglia di uscire dalle nostre certezze, se continuassimo a richiedere il cibo pronto alla porta di casa, in orario, senza dover preparare la tavola e senza dover misurarsi con la pazienza di una coda al supermercato? E soprattutto, e se ci stancassimo dell’Altro?.

“E siamo sicuri che questo processo sia nato soltanto adesso e non già da prima? Già negli ultimi dieci anni la nostra finta autosufficienza da smartphone annientava molte serate. Già da prima il poter trovare un amico o un fidanzato con un click stava diventando usanza comune. Forse abbiamo già ucciso l’interesse verso l’altro, la felicità di incontrare persone nuove, di affrontare nuove storie.
“L’INIZIO DELLA FINE”
“Noi, noi, noi, solo noi, e nient’altro che noi, sulla nostra pagina, modellati da qualche filtro per non avere una faccia troppo uguale a quella del giorno prima, ma di fatto sempre la stessa solfa. Mi diverto pensando a Molière che si chiede leggendo John Donne se poi è tanto vero che nessun uomo è un’isola.

“E se la bella Celimene non fosse altro che una richiesta di aiuto, se non fossero i suoi tradimenti un umano interessarsi all’altro, una necessità per sentirsi parte del mondo e non relegata in una sola casa con un solo padrone? E se è vero che Molière ci presenta una società viziata e antipatica, fatta di tribunali corrotti e di marchesi dalla lingua biforcuta, è altrettanto vero che Alceste cade in un baratro sempre più profondo di autocommiserazione.
“Se nelle prime scene si sforza di combattere le mode malate del momento, battuta dopo battuta, si tappa sempre più le orecchie desiderando soltanto un eremo dove dettare le regole della propria società. Per costruire il suo mondo ideale, il suo castello di carta, ha bisogno di una dama, la madre dei prossimi cittadini, e per fortuna interviene l’amore.

“Il cuore e la sua ingovernabilità complicano il piano di Alceste. Da regista sono in totale disaccordo con il racconto di una Celimene superficiale e approfittatrice, è la visione ad essere superficiale, non il personaggio. Questo sarà un nodo interessante da sciogliere.
“Vero che Celimene inganna e che l’amore entra in scena per distruggere le volontà di Alceste, ma per noi uomini del futuro deve essere chiaro che l’amore distruttore può essere salvifico. E forse sarà proprio l’amore a farci spegnere il telefono e farci uscire di casa.
Sarà l’amore a permetterci di ricercare l’Altro. È l’amore che deve tornare al centro del nostro pensiero intellettuale, che una persona al nostro fianco è differente da un computer acceso sul nostro letto: sarà l’amore a salvarci dalla nostra autodistruzione?”.
TRAILER DE “IL MISANTROPO”