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Trajal Harrell chiude il 2022 di Triennale Milano Teatro

Trajal Harrell chiude il 2022 di Triennale Milano Teatro. Qui, dal 15 al 17 dicembre, va in scena “Dancer of the Year“. Un’iconica performance di 50 minuti del danzatore e coreografo statunitense.

Prodotto in collaborazione con alcune tra le principali istituzioni europee, “Dancer of the Year” è un solo ideato e interpretato da Trajal Harrell. L’artista è ormai figura di riferimento della danza internazionale e del voguing.

Trajal Harrell in “Dancer of the Year” (Foto di Lorenza Daverio)

Il danzatore e coreografo americano ha deciso di creare questo lavoro dopo aver appreso del conferimento del Premio comeDancer of the Year 2018” da “Tanz Magazine“.

Un riconoscimento avvenuto da parte dell più importante magazine europeo dedicato alla Danza.

Il riconoscimento l’ha portato ad interrogarsi profondamente sul proprio status e sulla propria identità di danzatore. Che cosa significa questo titolo? Qual è il valore della danza, della sua pratica e della conoscenza che essa produce? Cos’è in grado di generare?

Come la danza e il corpo possono interiorizzare la propria storia e come questa storia viene trasmessa al futuro? In un dispositivo scenico intimo, Harrell condivide il suo lavoro fisico con il pubblico. Offre la sua danza come un dono, ripetendo i gesti e rivisitando i movimenti e le strategie coreografiche messi in atto nei propri lavori, attraversando ed accumulando emozioni.

Trajal Harrell in sala prove per “Dancer of the Year” (Foto di Lorenza Daverio)

Riflettere sulla propria eredità di coreografo e danzatore significa rievocare il proprio lignaggio artistico e interrogare le strategie messe in atto attraverso gli anni per presentare e “performare” la propria identità. Il processo rivela connessioni insospettate attraverso lo spazio, il tempo e le differenze culturali, creando spazio per immaginare storie alternative della danza.

Harrell introduce il lavoro di Tatsumi Hijikata, fondatore insieme a Kazuo Ōno e punto di riferimento della danza Butoh, nel mix per parlare dell’altro, dell’orientalismo e dei processi di appropriazione culturale agli albori della danza moderna.

Ma anche della connessione tra danza, esotismo, erotismo e prostituzione. La collezione di figure, elementi e idee dà vita a un tessuto fitto di rimandi nel quale è impossibile risalire a un’unica linea narrativa.

Un momento intenso di “Dancer of the Year” di e con Trajal Harrell (Foto di Lorenza Daverio)

Ogni pièce è un affascinante origami sfaccettato che richiede una moltitudine di prospettive, formati e approcci. Ogni performance segna un momento unico in una costellazione di lavori che continua ad espandersi. Così come il progetto di Harrell che, accumulando via via materiale, dà infine vita a una storia e una memoria di sé stesso.

CHI E’ TRAJAL HARRELL?

Danzatore e coreografo con base a New York, Trajal Harrell, nato nel 1973, è considerato uno dei più importanti interpreti della sua generazione. Ha raggiunto la fama mondiale conTwenty Looks or Paris is Burning at The Judson Church“, serie di lavori che interrogano il fenomeno del voguing giustapponendolo alle prime espressioni della danza postmoderna.

Harrell ha presentato questa serie di lavori in Italia in occasione dell’undicesima edizione diUovo Performing Arts Festivalnel 2013 proprio al Teatro dell’Arte accompagnato da Cecilia Bengolea, François Chaignaud e Marlene Monteiro Freitas.

Trajal Harrell in “Dancer of the Year” (Foto di Lorenza Daverio)

I suoi lavori sono stati presentati in molti dei più celebri luoghi del contemporaneo negli Stati Uniti e in tutto il mondo: dal MoMA al The Kitchen di New York, dal Walker Arts Center di Minneapolis al Barbican Centre di Londra, dal Festival d’Avignon al Panorama Festival di Rio de Janeiro ad Art Basel-Miami Beach.

Il suo “Judson Church is Ringing in Harlem (Made-to-Measure)“, anch’esso parte del progettoTwenty Looks or Paris is Burning at The Judson Church“, è stato il primo lavoro coreografico in assoluto a essere commissionato dal MoMA PS1.

Si tratta della sede distaccata del celebre museo newyorkese e oggi tra le più importanti istituzioni americane. Nel 2016, Harrell ha iniziato a studiare il lavoro del fondatore giapponese del Butoh, Tatsumi Hijikata.

Trajal Harrell in uno scatto in bianco e nero (Foto di Orpheas Emirzas)

Ha analizzato e attraversato la pratica alla luce della sua esperienza del voguing nella pratica contemporanea della danza. Tra i suoi lavori più recenti: “Used Abused and Hung Out to Dry” del 2013, “The Ghost of Montpellier Meets the Samurai” del 2015, “In the Mood for Frankie” del 2016, “Caen Amour“, sempre del 2016, “Juliet and Romeo” del 2017 e “Morning in Byzantium” del 2018.

È stato insignito, tra l’altro, della Guggenheim Fellowship, del The Doris Duke Impact Award e del Bessie Award. Nel 2017 il Barbican Centre di Londra gli ha dedicato “Hoochie Koochie”, prima retrospettiva performativa in assoluto dedicata al suo lavoro, dal 1999 al 2016. Tra i suoi spettacoli più amati, “Dancer of the Year” è stato presentato per la prima in Italia all’interno dell’ultima edizione diFOG Triennale Milano Performing Arts“.

Antonio Garbisa
Antonio Garbisa
Giornalista professionista, critico musicale, teatrale e cinematografico, sono nato a Venezia dove mi sono diplomato al Liceo Classico Foscarini e laureato in Lettere con 110/110 e lode all'Università Ca' Foscari. Trasferitomi a Milano, mi sono diplomato in Comunicazioni Sociali all'Università Cattolica del Sacro Cuore. Ho collaborato con diverse testate: "Anna", "Classic Voice", "Libero", "TGR Lombardia", "TGCom", "Metro"
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