C’è aria di “Tempesta” a Milano! Già, perché, dal 15 al 27 novembre, va in scena al Piccolo Teatro Strehler il celebre dramma di William Shakespeare. Dopo il successo internazionale della scorsa Stagione, torna in tournée lo spettacolo di Alessandro Serra, produzione esecutiva del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

IL CAST
Lo spettacolo, interpretato da Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato, Salvo Drago, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Marcello Spinetta e Bruno Stori.
LE PRODUZIONI
C’è aria di “Tempesta” a Milano! A portarla è questa volta una produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale con il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale, Sardegna Teatro, Festival d’Avignon, MA scène nationale – Pays de Montbéliard, in collaborazione con Fondazione I Teatri Reggio Emilia e Compagnia Teatropersona.

LA PAROLA AL REGISTA ALESSANDRO SERRA
C’è aria di “Tempesta” a Milano!
“Nella “Tempesta”, ha spiegato il regista Alessandro Serra, “tutti cercano di usurpare, consolidare o innalzare il proprio potere. Prospero trascura il governo, cioè gestisce male il potere. E subito suo fratello, il suo stesso sangue, trama contro di lui insieme al re di Napoli e lo condanna a una morte per acqua”.
“Gonzalo lo salva fornendogli segretamente la fonte di un potere ben più grande di quello politico: la magia. Ma chi è sradicato non può che sradicare, dice Simone Weil, e così non appena giunto sull’isola, Prospero usa il suo potere magico per sottrarla a Caliban, che prima adotta come figlio e poi trasforma in schiavo”.
“Lo stesso farà con Ariel, lo libera dalla schiavitù ma lo condanna a servirlo per dodici anni. Persino il suo atteggiamento nei confronti di Ferdinando e Miranda è dettato da un mero interesse dinastico. Anche nella tempesta, come in tutti i romances, c’è il tema dell’unione di due regni”.

“Non appena mettono piede sull’isola, Antonio convince Sebastiano a uccidere suo fratello per divenire re di Napoli. Solo Gonzalo, in un mirabile monologo scritto da Shakespeare con le parole di Montaigne, vaneggia di una società ideale senza violenza in cui ogni bene sia in comune, senza alcuna sovranità, in simbiosi con la natura”.
“Ed è proprio di fronte alla natura che, nella prima scena si ribaltano le gerarchie: in un mare in tempesta comanda il Nostromo, non il re, perché “Che gliene importa ai cavalloni del titolo di re! Ma in realtà chi comanda davvero è la natura, e quando la natura decide di riprendersi il suo spazio i marinai non possono che intonare il loro saggio requiem: “È tutto inutile, preghiamo! Siamo fottuti!””.

“Tutti sono sul punto di morire annegati, ma in realtà non muore nessuno, è più un’immersione battesimale, un’iniziazione nel proprio labirinto interiore al termine della quale, dice Gonzalo, noi tutti ritrovammo noi stessi quando nessuno era più padrone di sé”.
“Nella “Tempesta” il sovrannaturale si inchina al servizio dell’uomo, Prospero è del tutto privo di trascendenza, eppure con la sua “rozza magia” imprigiona gli spiriti della natura, scatena la tempesta, e resuscita i morti. Ma sarà Ariel, uno spirito dell’aria, ad insegnargli la forza della compassione, e del perdono. “Lo credi davvero, spirito? Io sì, se fossi umano“”.

“Su quest’isola-palcoscenico tutti chiedono perdono e tutti si pentono ad eccezione di Antonio e Sebastiano, non a caso gli unici immuni dalla bellezza e dallo stato di estasi che pervade gli altri. Il fatto che Prospero rinunci alla vendetta proprio quando i suoi nemici sono distesi ai suoi piedi, ecco questo è il suo vero innalzamento spirituale, il sovrannaturale arriva quando Prospero vi rinuncia, rinuncia a usarlo come arma”.
“Ma il potere supremo, pare dirci Shakespeare, è il potere del Teatro. “La tempesta” è un inno al teatro fatto con il teatro la cui forza magica risiede proprio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metafisiche attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi di legno, con pochi oggetti e un mucchietto di costumi rattoppati.

“Qui risiede il suo fascino ancestrale, nel fatto cioè che tutto avviene di fronte ai nostri occhi, che tutto è vero pur essendo così smaccatamente simulato, ma soprattutto che quella forza sovrumana si manifesta solo a condizione che ci sia un pubblico disposto ad ascoltare e a vedere, a immaginare, a condividere il silenzio per creare il rito. L’uomo avrà sempre nostalgia del teatro perché è rimasto l’unico luogo in cui gli esseri umani possono esercitare il proprio diritto all’atto magico”.
CALENDARIO TOURNÉE
Bologna, Teatro Arena del Sole, 30 novembre – 4 dicembre 2022
Trieste, Teatro Rossetti, 8 – 11 dicembre 2022
Pinerolo, Teatro Sociale, 13 dicembre 2022
Asti, Teatro Alfieri, 15 dicembre 2022
La Spezia, Teatro Comunale, 17 – 18 dicembre 2022
Rimini, Teatro Galli, 21 – 23 dicembre 2022
Sassari, Teatro Comunale, 9 gennaio 2023
Cagliari, Teatro Massimo, 11 – 15 gennaio 2023
Trento, Teatro Sociale, 19 – 22 gennaio 2023
Genova, Teatro della Corte, 25 – 29 gennaio 2023
Napoli, Teatro Bellini, 31 gennaio – 5 febbraio 2023
Montbéliard (Francia), MA scène Nationale, 25 aprile 2023
Budapest (Ungheria), MITEM Festival Budapest, 29 – 30 aprile 2023