“La traviata” di Verdi sbarca a Lugano. Già, perché l’opera inaugura la stagione 2022/23 prodotta da LAC Lugano Arte e Cultura e dall’OSI. In collaborazione con LuganoMusica, l’opera lirica è diretta, dal 2 all’8 settembre, al Lac Lugano Arte e Cultura dal Maestro Markus Poschner alla guida dell’Orchestra Svizzera Italiana, con la regia di Carmelo Rifici, e con il Coro della Radiotelevisione svizzera diretto da Andrea Marchiol.

Una sfida importante, un esempio virtuoso dell’intensa creatività di un territorio piccolo e vivace come quello della Svizzera italiana.
IL CAST
Protagonisti dell’opera, nei ruoli principali, sono il soprano Myrtò Papatanasiu (Violetta Valéry), il tenore Airam Hernández (Alfredo Germont) e il baritono Giovanni Meoni (Giorgio Germont), insieme a Sofia Tumanyan (Flora Bervoix), Michela Petrino (Annina), Lorenzo Izzo (Gastone, visconte di Létorières). Davide Fersini, (il barone Douphol), Laurence Meikle (il marchese d’Obigny) e Mattia Denti (il dottor Grenvil).
“La traviata” segna l’ingresso del realismo nel melodramma italiano e nel contempo rappresenta il punto d’arrivo raggiunto da Giuseppe Verdi nel cammino dell’integrazione tra lirica e prosa. L’opera verdiana cerca l’equivalente musicale del dramma moderno facendosi ispirare, non casualmente, da “La signora delle camelie“, il celebre romanzo di Alexandre Dumas figlio. Così “La traviata” di Verdi sbarca a Lugano.
LA PAROLA AL DIRETTORE D’ORCHESTRA MARKUS POSCHNER

“La partitura de “La traviata”, ha dichiarato il Maestro Markus Poschner, “è una novità senza precedenti, scritta con incredibile esattezza e precisione.
L’equilibrio tra i gruppi strumentali è calibrato in modo nuovo, la guida della “macchina” dell’orchestra avviene in modo sorprendentemente trasparente, secondo una gamma di colori estremi”.

“La nostra massima aspirazione e compito”, ha aggiunto Poschner, “è far sì che possano emergere in una luce completamente nuova tutta l’opera e soprattutto la partitura de “La traviata”, realizzando fin nei minimi dettagli le intenzioni originali del compositore”.
LA PAROLA AL REGISTA CARMELO RIFICI
“La nostra Violetta”, ha sottolineato il regista Carmelo Rifici, “nasce direttamente dalle pagine musicali, più che dal libretto di Francesco Maria Piave. […] In contrapposizione con le edizioni registiche più spinte sul rapporto eros-denaro-morte, ho la netta sensazione che Violetta, […] spinta dal suo stesso autore, si ritrovi ad essere novello capro espiatorio di una società maschile e violenta”.
“Se il suo amore per Alfredo sia vero o meno”, tiene a precisare Rifici, “non è importante […] Violetta nasce, muore e rinasce ad ogni alzata di sipario, rito pagano di una società ipocrita.

“Ho calato la vicenda in un tempo astratto”, ha specificato Rifici, “in un Ottocento reinventato, stilizzato, metaforico. Aiutato da giochi di luce e ombre, ho lasciato che Violetta si muovesse in uno spazio della memoria e dell’amore”.
IL TEAM ARTISTICO
Un lavoro supportato da una squadra di professionisti che ha già collaborato alla creazione de “Il barbiere di Siviglia”: lo scenografo Guido Buganza, il light designer Alessandro Verazzi, la costumista Margherita Baldoni, il coreografo Alessio Maria Romano, ai quali si aggiungono Fabrizio Montecchi e Nicoletta Garioni di Teatro Gioco Vita, compagnia specializzata nel teatro d’ombra alla sua prima collaborazione con il LAC. Prende parte allo spettacolo anche la Civica Filarmonica di Lugano, diretta da Franco Cesarini.