Veronika Eberle debutta con l’Orchestra Rai a Torino. Diretta sul podio da Alpesh Chauhan, la celebre violinista tedesca si esibisce all’Auditorium Rai di Torino il 31 marzo, alle ore 20.30, concerto trasmesso in diretta su Radio3, in live streaming sul portale di Rai Cultura, ed è replicato il 1° aprile alle ore 20. Continua così la stagione 2021-2022 dell’Orchestra Rai.

I PROTAGONISTI: VERONIKA EBERLE
Classe 1988, Veronika Eberle è balzata agli onori delle cronache a soli 16 anni per aver eseguito il “Concerto per violino” di Beethoven al Festival di Pasqua di Salisburgo assieme ai Berliner Philharmoniker diretti da Sir Simon Rattle.
Da allora Eberle collabora con le maggiori orchestre internazionali come la London Symphony, New York Philharmonic, Gewandhaus Orchester, Bamberger Symphoniker, NHK Symphony e Bayerischer Rundfunk. Nel 2008 ha ricevuto il Borletti-Buitoni Trust e, dal 2011 al 2013, ha fatto parte della BBC New Generation Artist.
I PROTAGONISTI: ALPESH CHAUHAN

Sul podio è impegnato Alpesh Chauhan, che torna a dirigere l’Orchestra Rai dopo il suo debutto, datato maggio 2019. Già Direttore Principale della Filarmonica Arturo Toscanini sino al 2020, è attualmente Direttore Ospite Principale della Düsseldorfer Symphoniker Orchestra, Direttore Associato della BBC Scottish Symphony Orchestra e Direttore Musicale della Birmingham Opera Company.
PROGRAMMA DEL CONCERTO
Per la sua prima volta con l’OSN Rai, propone il “Concerto per violino e orchestra “Alla memoria di un angelo””di Alban Berg. Scritto nel 1935, è l’ultimo lavoro del compositore austriaco, che sarebbe morto pochi mesi dopo, ed è dedicato alla memoria di Manon Gropius, figlia di Alma Mahler e dell’architetto Walter Gropius, scomparsa a diciotto anni.

Chauhan completa la serata con altre due pagine novecentesche. Si tratta de la “Passacaglia op. 1” di Anton Webern. Con questo lavoro del 1908, Webern si emancipò dal suo maestro Arnold Schönberg avviandosi verso una strada artistica personale.
A seguire la “Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore op. 100” di Sergej Prokof’ev. Composta nel 1944, nel clima di esaltazione patriottica che accompagnò la liberazione dall’invasore tedesco, fu subito accolta con favore sia in patria, dove ottenne il premio Stalin nel 1945, sia in America, dove fu presentata l’anno successivo a New York.

L’ottimismo trionfante di cui è pervasa deriva dalla serena atmosfera di relax goduta da Prokof’ev nella campagna di Ivanovo al momento della stesura. “La mia “Quinta Sinfonia””, ha affermato il compositore, “è stata concepita come un inno all’uomo libero e felice. Secondo me, il compositore, proprio come il poeta, lo scultore, il pittore, è tenuto a servire l’uomo, il popolo. Egli deve rendere bella vita umana e difenderla”.