Prima volta in Italia di “Moby Dick alla prova” di Welles a Torino. A portare in scena al Teatro Carignano, dall’8 al 20 febbraio, un testo teatrale finora da noi sconosciuto è oggi Elio De Capitani.

LO SPETTACOLO
Questa nuova produzione di 2 ore e 20 minuti, che vede collaborare il Teatro dell’Elfo e il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, è stata allestita e messa in prova nell’inverno 2020/21. Non ha potuto poi essere presentata al pubblico per l’insorgere del Covid-19.
LA PAROLA AD ELIO DE CAPITANI
A 170 anni dalla pubblicazione del capolavoro di Hermann Melville, la grande “balena bianca” torna così in scena in una nuova versione. “Il testo di Welles è un esperimento molteplice”, ha sottolineato De Capitani, “”blank verse” shakespeariano, una sintesi estrema del romanzo, personaggi bellissimi, restituiti in modo magistrale, compreso Achab, e parti cantate”.

“Noi”, ha specificato De Capitani, “abbiamo realizzato questo spettacolo “totale”, con in più la gioia di una sfida finale impossibile: l’apparizione del capodoglio. E, con un semplice trucco teatrale, siamo riusciti a crearla in scena”.
IL TEAM CREATIVO
Adattata, prevalentemente in versi sciolti, dal romanzo di Herman Melville nella traduzione di Cristina Viti, la messinscena vanta i costumi di Ferdinando Bruni. Le musiche dal vivo sono di Mario Arcari, la direzione del coro di Francesca Breschi, le maschere di Marco Bonadei, le luci di Michele Ceglia ed il suono di Gianfranco Turco.
GLI INTERPRETI
Sul palcoscenico della milanese Sala Shakespeare sale un nutrito cast d’attori e d’attrici composto, oltre che da Elio De Capitani, da Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa e Mario Arcari.

IL TOUR
Lo spettacolo, dedicato alla memoria del regista, drammaturgo e attore Gigi Dall’Aglio, viene replicato, dopola prima nazionale all’Elfo Puccini di Milano, dall’8 al 20 febbraio, al Teatro Carignano di Torino. “Moby Dick alla prova” è stato scritto, oltre che, a suo tempo, diretto e interpretato, da Orson Welles.
LA STORIA DEL TESTO DI WELLES NELLE NOTE DI REGIA DI DE CAPITANI
“Una duratura e magnifica ossessione quella di Welles per Moby Dick”, spiega De Capitani nelle sue note di regia, “E finalmente il 16 giugno 1955, al Duke of York’s Theatre di Londra, va in scena per lottare personalmente con le sue balene bianche: Melville, il palco vuoto e la sala piena di spettatori. È un successo”.
“Eppure al pubblico non dà né mare, né balene né navi. Solo un palco vuoto”, continua De Capitani, “una compagnia di attori, se stesso in quattro ruoli: è Achab e padre Mapple, ma è anche Re Lear ed è un impresario teatrale che convince la sua compagnia ad allontanarsi da William Shakespeare e a seguirlo in una nuova avventura”.
“MOBY DICK ALA PROVA” GUARDA A “RE LEAR” DI SHAKESPEARE

“Soprattutto Welles al pubblico dà il suo testo”, tiene a precisare De Capitani, “su cui ha lavorato per mesi, trovando appunto una via indiretta per affrontare la sfida di mettere in scena il romanzo: passare per “Re Lear”, lo spettacolo che la compagnia sta recitando ogni sera”.
“E’ questo testo”, sottolinea De Capitani, “che getta un ponte tra Melville e Shakespeare, scivolando dall’ostinazione di Lear, che la vita, atroce maestra, infine redimerà, all’ostinazione irredimibile, fino all’ultimo istante, del capitano Achab”.

IL BLANK VERSE DI “MOBY DICK”
“Il blank verse (verso eroico della letteratura inglese – decasillabo giambico -, derivato dall’endecasillabo sciolto dei cinquecentisti italiani), per noi splendidamente tradotto dalla poetessa Cristina Viti”, precisa De Capitani, “restituisce con forza d’immagini la prosa del romanzo, trasformando rapidamente l’iniziale entrare e uscire dal personaggio, che il capocomico Welles e i suoi attori fanno come ogni compagnia in prova, in una travolgente e intensa rappresentazione dello scontro, titanico e insensato, tra uomo e natura”.
L’INSTALLAZIONE NEL FOYER DELL’ELFO PUCCINI
Lo spettacolo, per questa prima volta in Italia di “Moby Dick alla prova” di Welles a Milano, è accompagnato da un’installazione del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, intitolata “Umanità contro” e posta nel foyer del Teatro Elfo Puccini di Milano.
Un’opera che indaga il rapporto tra umanità e natura. Giocando sulla mutevole prospettiva del fruitore rispetto alle grandi illustrazioni curate dall’artista trentina Sara Filippi Plotegher, l’installazione propone una rilettura dell’iconica lotta tra Achab e Moby Dick.

Si tratta di una nuova prospettiva rispetto alla più rilevante sfida della contemporaneità. In realtà, un nuovo rapporto con la natura che deve prima di tutto passare per una “resa dei conti” interna alla nostra specie.
L’INTERNO DELL’INSTALLAZIONE
All’interno di uno spazio semicircolare, in cui risuonano canti e pulsano cuori cetacei, la caccia alla “balena” viene quindi letta nell’ambito della grande defaunazione in corso.
Da oltre diecimila anni l'”Homo sapiens” modella il territorio e la biodiversità e – si scopre in questa sezione – il 96% della massa di mammiferi sul pianeta è oggi uomo o animali allevati dall’uomo, il 70% degli uccelli del mondo sono polli. Ecco così che la storia di una specie marina diviene emblema di un modo sistemico di operare da parte dell’umanità.

L’ESTERNO DELL’INSTALLAZIONE
La porzione esterna dell’installazione ospita infine uno spazio di costruzione collettiva di storie. Gli spettatori riceveranno infatti un adesivo che potrà essere collocato su grandi balene illustrate. Si riproduce così il legame che si crea tra cetacei e balani, piccoli crostacei a guscio conico che vivono ancorati a pinne e pance.
Affidando a questi cetacei un pensiero, una riflessione, il messaggio viaggerà con “Moby Dick alla prova”, di teatro in teatro, come al Carignano di Torino e poi fino al MUSE, a Trento, costruendo la storia collettiva dell’installazione.