lunedì, Giugno 5, 2023
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Il “Macbeth” del 7 dicembre alla Scala guarda al contemporaneo

“Il “Macbeth” del 7 dicembre alla Scala guarda all’oggi”. Parola del torinese Davide Livermore, primo regista a realizzare lo spettacolo inaugurale per quattro stagioni consecutive. La Scala è invece al suo settantesimo 7 dicembre con questo capolavoro con cui Giuseppe Verdi conclude i suoi anni giovanili e apre nuovi orizzonti al teatro musicale.

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La prima scena del primo atto del “Macbeth” di Giuseppe Verdi di scena, dal 7 al 29 dicembre, al Teatro alla Scala (Foto di Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala)

L’opera si esegue per la prima volta alla Scala secondo l’edizione critica curata da David Lawton per Ricordi. L’edizione scelta è quella del 1865, ma, nel IV atto, è inserita la morte di Macbeth, “Mal per me che m’affidai”, dalla versione del 1847. E, dal 1° al 12 dicembre, “Macbeth” coinvolge l’intera città di Milano grazie alla tradizionale “Prima Diffusa” con oltre 80 appuntamenti, per lo più gratuiti, tra spettacoli, conferenze, incontri e mostre ad hoc sul capolavoro verdiano, tratto dall’omonima tragedia di William Shakespeare.

PRIME FOTO DELLO SPETTACOLO IN VISTA DELL’ANTEPRIMA UNDER30

LA PAROLA AL REGISTA DAVIDE LIVERMORE

“In questo allestimento”, ha specificato il regista Livermore, “si respireranno atmosfere che, allo spettatore, potrebbero richiamare città come New York o Milano. In realtà, si tratta una città di oggi mixata, ma del tutto contemporanea a noi”.

Nelle scene di Giò Forma infatti uno skyline rimanda a quello delle grandi città americane, New York o Chicago, con il loro panorama di grattacieli. Negli interni si trova la stessa dimensione metropolitana, arricchita di riferimenti ai classici dell’architettura novecentesca, da Frank Lloyd Wright a Ludwig Mies van der Rohe.

Tra questi spicca un preciso riferimento a Milano con un omaggio a Piero Portaluppi che ha segnato il panorama urbano milanese con edifici come il Palazzo della società Buonarroti-Carpaccio-Giotto in Porta Venezia e Villa Necchi Campiglio.

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Davide Livermore con Cristina Picco di Giò Forma

Nelle sfarzose sale del palazzo di Macbeth e Lady si accumulano invece i simboli del potere, di cui fanno parte ricche collezioni d’arte, spesso con allusioni e omaggi ad artisti reali. Tra questi campeggia la statua di una pantera in cui si riflette la natura ferina di Lady.

“Al centro di “Macbeth””, ha raccontato Livermore, “è il significato del potere con i suoi spazi monumentali, i suoi simboli, il suo impatto sulle vite dei singoli, ma anche con la sua fragilità e il suo inevitabile tramonto”.

E’ su questo territorio che il “Macbeth” del 7 dicembre alla Scala guarda all’oggi. Questo grazie anche alle scene di Giò Forma, ai costumi di Gianluca Falaschi, ai video di D-Wok e alle luci di Antonio Castro. Qui si muove il cast di assoluta eccellenza diretto dal Maestro Riccardo Chailly.

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Il Maestro Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala di cui è direttore musicale (Foto di Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala)

LA PAROLA A RICCARDO CHAILLY

“Con questo titolo”, ha precisato il celebre direttore d’orchestra, direttore musicale della Scala, “concludo la “trilogia giovanile” dedicata alla prima fase della produzione Giuseppe Verdi dopo le aperture di Stagione con “Giovanna d’Arco” nel 2015 e “Attila” nel 2018″.

LA PAROLA AD ANNA NETREBKO (Lady Macbeth)

Lady Macbeth è Anna Netrebko, la voce più applaudita e ricercata del panorama internazionale, che giunge alla quinta inaugurazione di stagione ed è attesa anche, nel marzo 2022, come protagonista di “Adriana Lecouvreur” di Francesco Cilea.

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Il soprano russo Anna Netrebko (Foto di Julian Hargreaves)

“Nelle ultime settimane di prove dell’opera”, ha confessato il celebre soprano russo, “abbiamo lavorato molto duramente, dando tutto noi stessi in concentrazione. E credo che, in questa edizione, si noteranno molte cose nuove sia in partitura sia sulla scena con uno scavo profondo dei personaggi”.

LA PAROLA A LUCA SALSI (Macbeth)

Nella parte di Macbeth torna Luca Salsi, uno dei grandi baritoni verdiani di oggi, maestro di canto e di parola. “Ringrazio il Maestro Riccardo Chailly sul podio di questo “Macbeth”, ha spiegato l’artista, “per aver aggiunto “la morte di Macbeth” della versione del 1847. Non si esegue sempre, anzi si fa pochissimo. Ma questa è solo una delle tante “novità” che si scopriranno in sala il 7 dicembre della lettura del Maestro Chailly”.

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Il baritono Luca Salsi (Foto di Marco Borrelli)

LA PAROLA A FRANCESCO MELI (Macduff)

Nel ruolo di Macduff si esibisce il tenore Francesco Meli che alla Scala è già stato straordinario protagonista di ben otto personaggi verdiani. “Il Teatro alla Scala è per me una grande famiglia”, ha sottolineato, “perché è l’unico teatro del mondo dove trovi un tecnico o un macchinista che, durante le recite di una determinata opera, fischietta il tema più famoso e rimane fino alla fine nelle quinte ad ascoltare e a guardare lo spettacolo. Anche in questo “Macbeth”, durante le prove, si è visto quanto ogni maestranza della Scala abbia cercato, proprio come in una grande famiglia, di dare il massimo di sè in una totale collaborazione e partecipazione comune allo spettacolo”.

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Il tenore Francesco Meli (Foto di Victor Santiago)

LA PAROLA AD ILDAR ABDRAZAKOV (Banco)

Banco è invece il basso russo Ildar Abdrazakov che ha incantato la Scala nei panni, nel ruolo del titolo, di un’altra opera verdiana, “Attila”. “Sono alla mia quinta inaugurazione scaligera”, ha commentato Abdrazakov, “e sono l’unico di questo cast ad essere stato presente, anni fa, in un altro “Macbeth” alla Scala. Infatti quest’anno festeggio vent’anni alla Scala dal mio debutto e per me è sempre un’emozione fortissima doverci tornare”.

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Il basso russo Ildar Abdrazakov (Foto di Anton Welt)

 

IL RESTO DEL CAST

Nelle altre parti brillano poi voci importanti come quelle di Iván Ayón Rivas (Malcolm) e Chiara Isotton (Dama di Lady Macbeth). Ma “Macbeth” ha altri due protagonisti: le streghe e il popolo cui dà voce il Coro scaligero diretto, per la prima volta in un’inaugurazione di Stagione, dal Maestro Alberto Malazzi.

L’edizione 1865 include danze sontuose, con la migliore musica mai composta da Verdi per il ballo. E per questo 7 dicembre la coreografia è di un protagonista della danza e dello spettacolo contemporanei come Daniel Ezralow, impegnato anche, il 4 dicembre, a portare il suo spettacolo-capolavoro “Open” al TAM Teatro Arcimboldi di Milano e poi in tour per l’Italia fino al 2022.

GLI APPLAUSI FINALI ALLA RECITA DEL 15.12.2021

IL TRAILER DELLO SPETTACOLO

Antonio Garbisa
Antonio Garbisa
Giornalista professionista, critico musicale, teatrale e cinematografico, sono nato a Venezia dove mi sono diplomato al Liceo Classico Foscarini e laureato in Lettere con 110/110 e lode all'Università Ca' Foscari. Trasferitomi a Milano, mi sono diplomato in Comunicazioni Sociali all'Università Cattolica del Sacro Cuore. Ho collaborato con diverse testate: "Anna", "Classic Voice", "Libero", "TGR Lombardia", "TGCom", "Metro"
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