Rocco Papaleo e Fausto Paravidino di scena a Torino. Motivo? Una nuova rilettura dell’”Opera da tre soldi” di Bertolt Brecht firmata da Fausto Paravidino, che ne ha curato anche la regia, oltre ad esserne interprete con Rocco Papaleo. E’ quella che va in scena, dal 23 novembre al 5 dicembre, al Teatro Carignano di Torino con il titolo di “Peachum. Un’opera da tre soldi”.
Sono state annullate le recite dello spettacolo in programma al Teatro Carignano a partire da venerdì 3 dicembre fino a domenica 5 dicembre poiché l’intera Compagnia dovrà rispettare la quarantena.
Gli spettatori in possesso di un tagliando in abbonamento per una delle repliche cancellate potranno chiederne l’annullamento e la sostituzione con un nuovo titolo. Per coloro, invece, che hanno acquistato un biglietto singolo sarà possibile richiedere il rimborso o la sostituzione.
Entrambe le procedure devono essere effettuate entro i cinque giorni successivi alla data riportata sul tagliando, presentandosi in biglietteria al Teatro Carignano (dal martedì al sabato, orario 13.00/19.00, domenica 14.00/19.00).
Lo spettacolo, coproduzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e del Teatro Stabile di Bolzano, vede nel cast anche Romina Colbasso, Marianna Folli, Iris Fusetti, Davide Lorino e Daniele Natali.
Qui Rocco Papaleo e Fausto Paravidino di scena a Torino sono alla loro prima collaborazione teatrale, protagonisti di una potente rilettura del capolavoro brechtiano. L’antieroe Peachum, il re dei mendicanti “è una figura del nostro tempo più ancora che del tempo di Brecht”, ha scritto, “Paravidino, “dipende dal denaro senza neanche prendersi la briga di esserne appassionato”.

“Non è avido”, ha aggiunto l’autore-attore-regista, “non ambisce a governare il denaro, è governato dal denaro. In questa nuova “Opera da tre soldi” detta “Peachum” succede quello che succede nell’“Opera” di Gay, nel “Sogno di una notte di mezza estate”, in “Otello” e in moltissime fiabe. A un padre portano via la figlia. Il padre la rivuole. Brecht ci dice che la rivuole perché gli hanno toccato la proprietà. Non altro.

“Ci domandiamo”, ha continuato Paravidino, “se c’è altro da toccare in un mondo dove sembra esista solo proprietà. Le avventure e disavventure che Peachum incontrerà nello sforzo di riprendersi la figlia saranno un viaggio in un mondo fatto di miserie: la miseria dei poveri, la miseria di chi si vuole arricchire, la miseria di chi ha paura di diventare povero. La guerra dei ricchi contro i poveri non è mai stata così feroce”.

“Quando lo Stabile di Bolzano e di Torino mi hanno chiesto di scrivere un testo su Peachum”, ha specificato Paravidino, “mi sono chiesto come e se le dinamiche descritte da Brecht fossero in qualche modo cambiate oggi. A prima vista sembravano le stesse, si parla di un capitalismo violento, ma guardandole meglio, mi sono reso conto che c’è una notevole differenza.
“Brecht”, scrive Paravidino, “vedeva un capitalismo che era praticamente alla sua nascita e che si confrontava con altre forze dialettiche: un socialismo nascente e una cultura cristiana molto forte. Adesso queste ultime due forze sono molto in crisi e possiamo dire che viviamo una vera e propria società di mercato. Per questo il protagonista dello spettacolo è Peachum, che io ho trasformato in un commerciante. E per questo motivo la mia è più una commedia dei vizi alla Molière che una dramma dialettico alla Brecht”.