E’ in programmazione nelle sale dal 1° luglio 2021 il nuovo film “Boys” di Davide Ferrario che ha inaugurato, domenica 27 giugno 2021, il 67° Taormina Film Fest.

La pellicola vanta un cast d’artisti del calibro di Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti, Giorgio Tirabassi, Paola Giangrasso, Saba Anglana, Giorgia Würth, Linda Messerklinger, Zoe Tavarelli, Francesca Olia, Luca De Stasio, Isabel Russinova e Mariella Valentini.
“Una storia di amicizia e di relazioni personali”, ha definito la pellicola lo stesso regista, “che, con la crisi di tutto quello che è possibile entrasse in crisi, è quanto di buono ci è rimasto”. La storia racconta di Joe, Carlo, Bobo e Giacomo, amici da sempre e ciascuno con la propria vita e con i propri problemi, ma uniti da un autentico legame e dalla passione che li aveva fatti incontrare: la musica.

Foto di Marco Piovanotto
“The Boys”, questo il nome della band, aveva avuto un fulmineo successo negli anni Settanta. Nella loro routine, tra vicende amorose e personali, irrompe una possibilità che li porta in un nuovo viaggio: dovranno fare i conti con i sogni e le ambizioni di un tempo e il mondo di oggi, ma ancora di più scopriranno il senso della loro amicizia.
“Sentirsi parte di un gruppo (in questo caso una rock band, per quanto agée)”, ha spiegato Davide Ferrario, “è ancora qualcosa che ci regala la grazia di un posto nel mondo. Tanto più se queste amicizie sono di antica data e collegano il passato al presente e se il destino le sottopone a prove che ne testano la sincerità e il valoreI personaggi del film appartengono a una generazione (la mia, in effetti…) che non ha mai immaginato di invecchiare davvero”.
“E invece il tempo non fa sconti a nessuno”, ha proseguito Ferrario, “ma, pur dovendo ciascuno affrontare una sorta di “prova di passaggio”, scopriranno che la vita può tenere in serbo soddisfazioni imprevedibili in tutti i momenti. Da questo punto di vista sono essenziali i rapporti con le donne e con i personaggi più giovani. È solo con il loro confronto e con il loro intervento che Joe, Carlo, Bobo e Giacomo “diventano grandi””.

Foto di Marco Piovanotto
“Essere sessantenni oggi è strano”, ha affermato il regista”, perché non ci si sente vecchi. Ma in questo c’è un pericolo: continuare a credersi giovani. Io penso invece che non dovremmo rincorrere chi ha meno anni di noi. Dovremmo essere fedeli a noi stessi e al nostro passato. Il che non significa rimpiangerlo con nostalgia, ma esserne dei testimoni sinceri, nel bene e nel male. Nella loro semplicità è quello che fanno i nostri Boys”.
“Con un linguaggio capace, quello sì”, ha concluso Davide Ferrario, “di attraversare le generazioni: il rock. Il genere più adatto per raccontare questa storia è naturalmente la commedia, mescolata a elementi di road movie. Una commedia intesa non come pura macchina di produzione di situazioni comiche, ma come un genere capace di divertire, emozionare e far riflettere”.