Un omaggio a Giorgio Strehler per il 100esimo compleanno di questo grande regista. Per questo, il 26 giugno alle ore 18.30, il 29 giugno ed il 1° luglio, alle ore 19, ad andare in scena al Teatro alla Scala di Milano è il suo storico allestimento de “Le nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart che dal 1981, ma la prima versione parigina era del 1973, ha registrato 68 rappresentazioni al Piermarini.

A dirigere questo capolavoro, nella ripresa di Marina Bianchi, è Daniel Harding che, alla Scala, ha diretto un 7 dicembre, sei titoli d’opera e innumerevoli concerti in sede e in tournée con la Filarmonica, dirige Orchestra e Coro del Teatro.

Sul palco un cast di grande interesse che mixa voci italiane ad altre internazionali. Così, a debuttare alla Scala, nella parte di Figaro, è Luca Micheletti, nato nel 1985 che, dopo un brillante percorso di attore e regista teatrale, ha intrapreso con successo la carriera di baritono, cantando tra l’altro la parte del Conte nelle “Nozze” con Riccardo Muti.
Susanna è Rosa Feola, beniamina del pubblico scaligero, dopo le felici prove ne “La gazza ladra” e “Don Pasquale” diretti da Riccardo Chailly e “L’elisir d’amore” diretto da Michele Gamba.

La parte della Contessa è affidata invece a Julia Kleiter, già ascoltata nel “Der Freischütz” diretto da Myung-Whun Chung, i cui prossimi impegni includono Eva nei “Die Meistersinger” a Monaco e ancora Contessa a Dresda.
Alle sue terze “Nozze scaligere” è il carismatico Simon Keenlyside, già Conte con Muti nel 1997 e con Franz Welser-Möst nel 2016, mentre nei panni di Cherubino debutta il mezzosoprano bulgaro Svetlina Stoyanova che, dopo aver cantato in diverse occasioni all’Opera di Vienna proprio come Cherubino oltre che come Rosina, ha debuttato in Italia nell’estate 2020 al Festival Rossini di Pesaro.

Il rapporto di Giorgio Strehler con la Scala è iniziato 74 anni fa con un ventiseienne Strehler la regia di una nuova produzione de “La traviata” con Margherita Carosio e la direzione di Tullio Serafin. La prima ebbe luogo il 6 marzo del 1947; il 14 maggio con “L’albergo dei poveri” di Gorkij si sarebbe inaugurato il Piccolo Teatro.
Opera e prosa, Scala e Piccolo sarebbero stati i due volti di una rivoluzione teatrale per Giorgio Strehler che avrebbe ridisegnato l’identità culturale della città di Milano collocandola tra le capitali delle scene europee. Alla Scala Strehler realizza tra il 1947 e il 1990 35 regie di 33 titoli per oltre 480 repliche complessive.
Tra gli autori proposti Cimarosa, Petrassi, Malipiero, Perosi, Ghedini, Rota, Stravinskij, Weill, Dessau e Wagner, ma, sopra a tutti, Mozart e Verdi. Del primo Strehler porta in scena “Die Entführung aus dem Serail” (da Salisburgo), “Le nozze di Figaro” (da Parigi) e “Don Giovanni” (scene di Frigerio, diretto da Muti per l’Inaugurazione 87/88), del secondo, oltre alla citata “Traviata” e “al “Falstaff” diretto da Lorin Maazel nel 1980 e poi più volte ripreso da Muti, due titoli che hanno fatto la storia del teatro musicale per la sinergia perfetta tra la regia, la direzione di Claudio Abbado e interpreti vocali leggendari: “Simon Boccanegra” (Inaugurazione 71/72) e “Macbeth” (Inaugurazione 75/76).