Quarto appuntamento mercoledì 9 giugno 2021, alle ore 19.30, e con replica giovedì 10 giugno, sempre alle 19.30, per la stagione “Dal Vivo!”, la nuova programmazione estiva dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.
Per l’occasione, Alpesh Chauhan calca il palco dell’Auditorium di Milano di Largo Mahler per dirigere il concerto intitolato “Poulenc per due” con un trionfo di giovani interpreti dove il più “anziano” è proprio il talentuoso Chauhan, direttore d’orchestra classe 1990.

Sul podio si cimenta in una pagina giovanile: la “Sinfonia n.1 in Do minore op.11” di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Una sinfonia scritta nel 1824 a soli quindici anni e senza nemmeno rappresentare, peraltro, il debutto sinfonico di Mendelssohn, ma il suo tredicesimo tentativo in questa forma.
La “Sinfonia n.1” fu eseguita per la prima volta nel 1829 a Londra, ed è articolata nei movimenti Allegro di molto, Andante, Minuetto. Allegro, Allegro con fuoco ed è una pagina dalle tinte drammatiche, attestate dalla scelta della tragica tonalità di Do minore.

A fianco di questa pagina adolescenziale, ma già matura a livello estetico e di consapevolezza storica e musicale, il “Concerto per due pianoforti in Re minore FP 61” di Francis Poulenc nell’interpretazione di altri due giovani interpreti, i fratelli Jussen, Lucas, classe 1993, ed Arthur, classe 1996, noti al mondo musicale per la loro proverbiale affinità interpretativa.
Il Concerto per due pianoforti è un lavoro scritto da un Poulenc 33enne, articolato nei movimenti Allegro ma non troppo, Larghetto, Finale: Allegro molto. Si tratta di una composizione esuberante, ironica, ma, a tratti, velatamente malinconica.

A completare il programma, ancora musica contemporanea con una prima assoluta di Nicola Campogrande intitolata “Hello, World“, commissionata dal CodeFest. Un lavoro che trae ispirazione dall’affascinante mondo dei linguaggi di programmazione, insieme al soprano Vittoriana De Amicis, classe 1992.
Come afferma il compositore, la genesi dell’opera nasce da una provocazione: quella di pensare se sia o meno possibile immaginare musica a partire dai linguaggi di programmazione, avanzata a Campogrande da Enrico Pasini, coordinatore del Codefest, il primo festival al mondo dedicato al codice sorgente.