Un thriller psicologico, una partita a scacchi dei sentimenti, giocata sul filo del rasoio da due personaggi. Da un lato lo scrittore premio Nobel Abel Znorko, che ha scelto di isolarsi dal mondo, e il giornalista Erik Larsen, che vuole strappargli un’intervista esclusiva.
E’ il plot ideato dal drammaturgo, romanziere e filosofo Éric-Emmanuel Schmitt per una delle sue commedie di successo, “Variazioni enigmatiche” che, in prima nazionale, è di scena fino al 6 giugno 2021 al Piccolo Teatro Strehler con la traduzione e l’adattamento di Glauco Mauri, anche interprete sul palcoscenico con Roberto Sturno.
Con la regia di Matteo Tarasco, questa pièce del più tradotto romanziere di lingua francese è una delle sue più autobiografiche, rappresentate ininterrottamente da un quarto di secolo in tutto il mondo.
“Un enigma è un problema senza soluzione”, ha spiegato Matteo Tarasco, “un mistero del senso e, come per la partitura musicale di Edward Elgar che ispira il titolo del dramma di Éric-Emmanuel Schmitt, costruita attorno ad un tema principale in fuga nel labirinto di molteplici variazioni, l’enigma è il protagonista anche del misterioso incontro/intervista tra Abel Znorko, che vive isolato su un’isola ai margini del Polo Nord, ed Erik Larsen”.
“Variazioni enigmatiche”, ha commentato il regista Tarasco, “è un face-à-face inesorabile, dove in un costante scambio dialettico tra illusione ed elusione (nel senso antico di in-ludo ed ex-ludo, mettersi in gioco e contemporaneamente fuori gioco) due uomini si sfideranno alla ricerca della verità. Ma – come ci suggerisce Schmitt, ammaliandoci con la sua poetica intrisa di umana fraternità – siamo sicuri che la verità riveli più delle menzogne?”.